top of page

Novità?

Cimone 3.0: educare al futuro.

Il progetto Cimone 3.0: educare al futuro nasce dall'idea di studenti ed insegnanti del liceo Cavazzi-Sorbelli di Pavullo (MO) di impegnarsi per lo sviluppo di una società più sostenibile partendo dal proprio territorio e dalla comunità locale. L'attività è patrocinata dal Comune di Pavullo, e prevede la partecipazione delle scuole secondarie di primo grado di Sestola, Pievepelago, Pavullo. Partner esterni del progetto l’Aeroclub di Pavullo, il

C.A.M.M. (Centro Aeronautica Militare di Montagna Cimone) ed il CNR ISAC diBologna, laboratorio del Cimone. Su questo sito verranno regolarmente pubblicati a cadenza settimanale aggiornamenti, articoli, informazioni. Cambiamenti climatici,

raccolta differenziata, risparmio energetico, mobilità sostenibile: di tutto questo si deve parlare e si deve poter leggere, scambiare idee, lasciarsi ispirare dalle tante

iniziative che già esistono ma che faticano ad avere una cassa di risonanza. Il nostro obiettivo principale è dare un contributo per favorire fra i cittadini la nascita di una nuova mentalità e di una nuova cultura. Per questo siamo intenzionati a partire proprio dalle scuole: solo così in futuro potrà essere ulteriormente sviluppato questo impegno, e se ne potranno vedere i frutti.

Tutti siamo a conoscenza del fatto che il mondo stia cambiando per mano

dell'uomo, con conseguenze tragiche: aumento della temperatura, estinzione di

specie, aumento di tumori e malesseri, riduzione della qualità di vita... Ciò che

spesso sfugge alle persone è la possibilità di cambiare. Siamo ancora in tempo

per farlo, ma bisogna cogliere l'attimo. Non basta più pensare “sarà un problema delle generazioni future”, perché il problema è ora, il problema è già nostro. E, cosa più importante ancora, molti si stanno già muovendo, proponendo o testando soluzioni parziali forse ma parte integrante del cambio di mentalità collettiva necessario al realizzarsi dell’impresa. Nell’ambito del progetto un gruppo di studenti in alternanza scuola-lavoro è impegnato assieme alla Amministrazione di Pavullo nell’ organizzazione della EU Mobility Week 2017 (Settimana Europea della Mobilità Sostenibile) Durante tale settimana ed in preparazione ad essa si svolgeranno numerosi eventi, tra cui incontri e dibattiti sul tema con l'intervento di esperti aperti al pubblico, una campagna di sensibilizzazione ed educazione nelle scuole, un intenso lavoro di comunicazione e divulgazione sui social. I grandi progetti partono sempre da basi e realtà molto più piccole. Ecco perché riteniamo il nostro impegno di fondamentale importanza, e altrettanto il coinvolgimento di tutta la cittadinanza.Molte città hanno già sperimentato le giornate di blocco del traffico e l'istituzione di zone a traffico limitato, fra queste la vicina Modena. A Pavullo, un paese in cui gli estremi opposti distano meno di 4 km, tale idea potrebbe essere vista come un'assurdità che causa solo disservizio a cittadini e commercianti.

Ma ragioniamo un secondo e cerchiamo di auto esaminarci con coscienza: “Tutti gli spostamenti che ogni giorno effettuo in auto quotidianamente sono realmente necessari? Non potrei muovermi a piedi, in bici oppure-se proprio non ho altra scelta- in autobus? Risparmierei denaro, inquinamento e farei anche attività fisica. La mia auto viaggia vuota con solo un autista a bordo? Forse è arrivato il momento di socializzare col car pooling ". Si tratta per lo più di vincere la pigrizia e la paura del cambiamento. Negli anni '70 in seguito alla crisi del petrolio Pavullo è rimasto senza traffico veicolare per diverso tempo. Un'intervista ad una cittadina lo conferma: “Siamo

stati costretti ad eliminare l'uso dell'auto. In paese si girava solo a piedi, mentre per i tragitti più lunghi si prendeva l'autobus di linea. Il petrolio era poco e prezioso. Io andavo ogni giorno a lavorare a Medolla in autobus e treno, a quei tempi era una cosa normale. Pavullo era diventata silenziosa, ma allo stesso tempo si respirava aria buona e tranquillità. Una cittadina molto più vivibile. A differenza delle aspettative, ho un bel ricordo di

quel periodo”. Costretti dalle circostanze, ci si trovava ad affrontare uno scomodo

problema. Nere le premesse, eppure il cambiamento si è dimostrato funzionale ed addirittura apprezzato.

Noi oggi non vogliamo essere obbligati a cambiare, ma speriamo che ogni

persona inizi a farlo come scelta autonoma. E - come una moda- da un singolo

l'abitudine si possa poi trasmettere alla popolazione circostante ed infine al

mondo.

Possiamo cambiare il futuro: facciamolo ora! Domani potrebbe essere troppo

tardi.

Gli studenti del progetto Cimone 3.0


Recent Posts
bottom of page