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Novità?

COP 22 a Marrakech


Il 7 novembre si è aperta a Marrakech la ventiduesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (Cop 22, dove l’acronimo Cop sta per “conferenza delle parti”), alla quale hanno partecipato fino al 18 novembre più di 20.000 persone, in rappresentanza di 196 stati (tra cui l'Italia) e centinaia di imprese, Ong, associazioni di scienziati, enti locali, popolazioni autoctone e sindacati.

A poco meno di un anno di distanza dalla Cop 21 di Parigi, la principale sfida per le delegazioni che per due settimane si sono confrontate ed hanno lavorato assieme in Marocco è stata di riuscire a rendere operativo l’Accordo siglato in Francia, entrato in vigore il 4 novembre. Con tale accordo i capi di stato e di governo delle 196 nazioni partecipanti hanno infatti firmato un testo nel quale è stata indicata la “traiettoria” che il Pianeta dovrà seguire se vorrà limitare i danni derivanti dai cambiamenti climatici. In particolare, l'impegno prevede:

1. mantenere la crescita della temperatura media globale sulle terre emerse e sulla superficie degli oceani ad un massimo di +2 gradi centigradi, entro la fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali;

2. ridurre le emissioni di gas serra (anidride carbonica e metano in primis);

3. versare 100 miliardi di dollari ogni anno ai paesi più poveri per aiutarli a sviluppare fonti di energia meno inquinanti.

PROMESSE e FATTI

La conferenza ha sancito una novità importante: l’obbligo per i paesi partecipanti di fare il punto sulle proprie emissioni di CO2 entro il prossimo anno. Questo con lo scopo di rivedere gli Indc (Intended nationally determined contributions)- ovvero le promesse di riduzione della CO2 emessa in atmosfera- entro il 2018, non più entro il 2020 come immaginato nel corso della Cop 21 di Parigi.

Da Marrakech è arrivato un forte richiamo all’azione. Nel 2018 il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc, Intergovernmental panel on climate change) rilascerà un nuovo rapporto nel quale si indicherà cosa occorre fare per limitare l’aumento della temperatura media globale entro fine secolo a un massimo di 1,5 gradi, rispetto all’era pre-industriale. Di conseguenza, gli impegni dei governi dovranno adeguarsi, anche perché gli attuali Indc non sono assolutamente sufficienti a raggiungere l’obiettivo. Ad oggi porterebbero a una crescita di circa 3 gradi, che per la Terra vorrebbe dire andare incontro ad una catastrofe.

INSUCCESSO AGRICOLO

L’agricoltura è un settore che ha un impatto enorme sul riscaldamento globale e contemporaneamente subirà pesantemente le conseguenze dei cambiamenti climatici. Dalla resa agricola, inoltre, dipende la sopravvivenza di milioni di persone, in tutto il mondo. Sul tema, tuttavia, i passi avanti ancora scarsi: a mancare è un accordo tra nord e sud del mondo in particolare sugli aiuti di cui necessitano i paesi più vulnerabili per adattarsi ai mutamenti del clima.

“Occorre un riequilibrio tra le risorse destinate alla mitigazione dei cambiamenti climatici e quelle impiegate per le politiche di adattamento e oggi appena il 20 per cento dei fondi stanziati va a queste ultime.” -Ha spiegato a LifeGate Mauro Albrizio, responsabile clima e dell’ufficio europeo di Legambiente.

Se si escludono infatti gli 81 milioni di dollari di nuovi contributi al Fondo per l’adattamento promessi da Germania, Italia, Svezia e Belgio, la trattativa nel suo complesso è rimasta sostanzialmente al palo. “La maggior parte dei paesi sviluppati sono arrivati alla Cop 22 a mani vuote, senza alcun annuncio concreto da fare, neanche in termini di finanziamenti”, ha sottolineato Lucile Dufour, responsabile delle politiche internazionali della Réseau Action Climat.

TRUMP

“Occorre verificare come si comporterà la nuova amministrazione americana che potrebbe decidere di tagliare i fondi previsti finora da Obama”, ha aggiunto Albrizio. L’ombra del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, è sembrata allungarsi sulle ultime ore della conferenza. Un’ombra che, però, ha avuto l’effetto di compattare il resto del mondo per far fronte comune contro la minaccia più grave del Ventunesimo secolo. Tant’è vero che 48 paesi, tra i più vulnerabili agli eventi climatici estremi (Climate vulnerable forum), hanno dichiarato di voler coprire il loro intero fabbisogno energetico al 100 per cento grazie a fonti rinnovabili entro il 2020 e aggiornare così i loro Indc.

Esplicito è stato Frank Bainimarama, primo ministro delle Isole Fiji, durante la plenaria finale che ha portato alla conclusione dei lavori della Cop 22:

“Invitiamo Trump a venire alle Fiji per vedere con i suoi occhi se i cambiamenti climatici non esistono”.

PER SAPERNE DI PIÙ:

  • https://youtu.be/jiS_PoTKIZY

Servizio della CCTV news con il discorso della segretaria esecutiva del UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change) sui prospetti per la cop22.

Visita il sito ufficiale della cop22!

  • http://cop22.ma/en/

Vi troverai articoli, foto e video interessanti e sconvolgenti ad esempio di come gli africani siano determinati a fermare i cambiamenti climatici vivendo in prima persona le loro conseguenze

(https://www.youtube.com/watch?v=XRuZF75LD14&feature=youtu.be)

Un altro mostra l'appello di bambini da molte parti del mondo per proteggere il nostro pianeta,"Protect me, Protect the planet"

(https://www.youtube.com/watch?v=wU-RVIR-p-g&feature=youtu.be)

Fonti:

http://www.lifegate.it/persone/news/cop22-finale

http://www.lifegate.it/persone/news/cop-22-marrakech-clima

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/11/14/si-tiene-il-ventiduesimo-cop-questa-volta-e-marrakesh/3184972/


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