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Novità?

Cina, il maggior inquinatore mondiale si propone come leader nella “green economy”


L’abbandono degli accordi sul clima di Parigi da parte degli Stati Uniti ha dato nuovo vigore alla strategia internazionale della Cina. È sulla lotta ai cambiamenti climatici e sulla transizione globale alla green economy che Pechino punta per costituire un’egemonia globale.

Il governo della California, uno degli stati leader in America nella green economy, ha annunciato un piano di cooperazione con il ministero della Scienza e della Tecnologia della Repubblica popolare per lo sviluppo di tecnologie a energia pulita, sul commercio di slot di emissioni e altre opportunità di investimento a impatto “positivo per il clima”.

Le due parti hanno firmato una partnership sulle tecnologie pulite, puntando in particolare sul confinamento geologico dell’anidride carbonica e sullo sviluppo di sistemi informatici utili a monitorare le emissioni di inquinanti.

La Cina è ancora oggi fortemente dipendente dal carbone ed è il primo importatore di petrolio al mondo. Pechino ha di recente sospeso le concessioni per nuove centrali a carbone, ma i risultati – in particolare in termini di inquinamento atmosferico in ampie zone del paese – stentano ad arrivare, anche perché il carbone, specifica il rapporto annuale del Centro Studi per le Imprese della Fondazione Italia Cina, costituisce il 60% della struttura energetica cinese.

A novembre 2014 il governo cinese ha fatto suo l’impegno di ridurre entro il 2030 le emissioni del 60-65% rispetto ai livelli del 2005 e di provvedere al riforestamento di 4,5 miliardi di metri cubi ancora sopra il valore del 2005. Obiettivi ambiziosi ma che oggi, sempre secondo il rapporto annuale della Fondazione Italia Cina sembrano “alla portata”.

Con un investimento annuo di 89,5 miliardi di dollari nel solo 2014, la Repubblica popolare è il più grande investitore al mondo in sviluppo di tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Idroelettrico, eolico e fotovoltaico trainano il settore.

Secondo quanto scrive il New York Times, il sistema avrebbe già attirato l’attenzione dei vicini asiatici come Giappone, Vietnam e Singapore.

La Cina come centro dell'economia (green) mondiale:

La Cina sta spendendo miliardi in energia pulita, promuovendo l'uso di veicoli elettrici, investendo in infrastrutture a basse emissioni per le sue città in rapida crescita e ampliando le opzioni di finanziamento “verde”.

Questi sforzi sono inoltre coerenti con il ruolo sempre più centrale della Cina nell'economia mondiale e con la sua crescente volontà di esprimersi su questioni globali.

Le motivazioni “green” della Cina:

  • Per decenni, la forsennata crescita economica a doppia cifra della Cina è avvenuta a discapito dell’ambiente e contemporaneamente all’inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo.

  • molte delle aree urbane a bassa quota sul livello del mare, vulnerabili agli effetti dell’innalzamento di esso e dell’intensificazione degli eventi climatici, sentono una maggiore necessità di agire.

  • i cittadini cinesi, sempre più istruiti e coscienziosi, pretendono che i benefici della crescita economica arrivino senza gli effetti negativi del degrado ambientale.

Link:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/08/cina-dopo-la-retromarcia-usa-sul-clima-il-maggior-inquinatore-mondiale-si-propone-come-leader-nella-green-economy/3641936/

http://www.qualenergia.it/articoli/20170420-come-la-cina-passata-da-fanalino-di-coda-leader-nella-questione-ambientale-


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